MESSA ESEQUIALE PER FILIPPO, MARCO E MICHAEL

Penso a voi, giovani, Gesù piange con voi
30-10-2021

Prendo la parola con grande timore e trepidazione. In tanti anni di ministero, prima come prete e poi come vescovo, mai mi era capitato di celebrare le esequie di tre giovanissimi. Davanti alla tragedia della morte di Filippo, Michael e Marco, tre ragazzi che stavano aprendosi alla vita, ogni parola ed ogni considerazione che possiamo fare appare inadeguata e rischia di offendere la sensibilità di qualcuno. Ciononostante credo che, nel contesto di preghiera di questa celebrazione, sia doveroso cercare di dare alla luce della fede un senso a quanto stiamo vivendo proprio per aiutarci ad affrontare la tragica realtà della morte.

Mi sembra possa essere utile per noi vedere come anche Gesù ha dovuto confrontarsi con la morte. Abbiamo ascoltato poco fa il racconto dell’incontro di Gesù a Nain con il corteo che accompagnava a sepoltura un ragazzo, figlio unico di una madre vedova. Gesù non resta insensibile a questo incontro: il testo del Vangelo di Luca ci dice che prova una grande compassione per quella madre. E’ importante spiegare questa parola: compassione. Vuol dire patire insieme: non un’emozione superficiale, ma un dolore profondo, che ti prende la “pancia” e ti fa sentire smarrito. Ci sono anche altri passi nei Vangeli in cui appare come Gesù di fronte alla morte si commuove e prova sentimenti molto forti, gli stessi che stiamo provando noi: ad esempio di fronte al sepolcro del suo amico Lazzaro Gesù scoppia in pianto e la gente commenta dicendo “Vedi come gli voleva bene”.

Mi fa sempre molta impressione quando leggo questo brano e penso a voi giovani che piangete i vostri amici: anche Gesù ha pianto per il suo amico!

E’ molto importante quanto il Vangelo ci dice a proposito dell’incontro di Gesù con la morte: ci fa sentire Gesù vicino a noi e ci rivela un Dio che non è insensibile alla morte, un Dio che soffre con noi. Questo Dio è vicino a noi al punto che manda il suo Figlio nel mondo a condividere la nostra morte, nella forma più atroce la morte in croce. Per questo la fede in Gesù, Figlio di Dio, ci può aiutare a dare un senso anche al nostro incontro con la morte. Gesù ci prende per mano e ci insegna ad accettare il nostro limite di creature, destinate a morire, ma allo stesso tempo ci fa scoprire una vita che rimane per sempre: la vita con Dio, il Padre suo. Gesù è il Signore, colui che può aprirci la via ad una vita altra per la quale siamo stati creati. La fede non toglie il dolore e lo smarrimento in cui cadiamo quando muoiono i nostri cari, i nostri figli, i nostri amici. Credere in Gesù morto e risorto ci dona una luce, alimenta la speranza, ci permette di continuare a vivere: per chi crede la morte non è l’ultima parola.

La compassione provata da Gesù di fronte alla morte del ragazzo di Nain, ci richiama all’esperienza che in questi giorni stiamo vivendo nella nostra città di Rovigo. Una città intera sta soffrendo insieme alle famiglie di Filippo, Michael e Marco. E’ importante che quanto stiamo vivendo non rimanga un’emozione passeggera, ma costituisca la motivazione per un impegno nuovo e duraturo di tutta la comunità verso i ragazzi e i giovani. Questo tragico evento ci ha messo davanti agli occhi la bellezza ma anche la fragilità di questa età preziosa, con i suoi sogni e le sue grandi risorse, ma anche con le sofferenze nascoste e le grandi solitudini. Mi ha colpito molto quanto mi hanno raccontato insegnanti e genitori in merito al clima di silenzio e di smarrimento che si respirava in questi giorni nelle scuole della nostra città. Credo che il modo più bello per ricordare Filippo, Marco e Michael sia, per noi adulti, proprio quello di stare vicino ai nostri adolescenti, cercando il modo adatto per dialogare con loro e condividere la loro e nostra ricerca di dare un senso alla vita. Non hanno bisogno di cose, ma di persone che li ascoltino e che aprano loro il cuore, mostrando che è possibile diventare adulti e assumersi responsabilità e  compiti che ci permettono di essere protagonisti nella famiglia e nella società.

A Maria, la Madre addolorata che sotto la croce ha vissuto la passione e la morte di Gesù, chiediamo di condurre questi nostri tre giovani amici nella casa del Padre, e di intercedere la grazia della consolazione per i loro familiari ed amici.  La Vergine Maria, da sempre venerata nella nostra città, ci aiuti a non lasciare soli i ragazzi e i giovani, ma a saperli accompagnare nella grande sfida di diventare adulti.