Intervento del Presidente della Conferenza Episcopale Triveneto e Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia

Mons. Lucio credeva nella collaborazione tra le nostre Chiese del Nordest

Come Presidente della Conferenza Episcopale Triveneto e, quindi, anche a nome dei confratelli Vescovi delle altre Chiese di questa regione ecclesiastica, desidero partecipare al dolore ed unirmi alla preghiera di suffragio elevata dalla Chiesa di Adria – Rovigo, che il Vescovo Lucio ha servito con piena dedizione per oltre 11 anni, e da quella sua originaria di Udine dove era stato ordinato sacerdote 56 anni fa.
Come accade per ogni suo figlio e così è anche per il Vescovo Lucio, quando la Chiesa celebra il momento del commiato si realizza e si rende esplicito, una volta di più, l’affidamento totale a Dio e alla sua misericordia insieme alla gratitudine per ciò che Egli, il Signore, ha saputo compiere attraverso la vita dei suoi figli.
Dal Vescovo Lucio raccogliamo, intanto, il cuore del suo motto episcopale – “Gaudete in Domino semper – Rallegratevi sempre nel Signore” – e cioè quell’invito a trovare in Dio la fonte e il contenuto della nostra gioia, il senso e il fine ultimo del nostro agire, anche pastorale.
L’intero suo ministero pastorale – sia come sacerdote che come vescovo – ci dice poi della gioia, dell’impegno e della passione per la vita pastorale, per la catechesi e l’evangelizzazione, per la formazione spirituale, nell’intento di trovare parole, modalità e contenuti capaci di rendere “vivo” e trasmettere il Vangelo di Gesù Cristo, la buona novella che il mondo ed anche i nostri territori attendono sempre e di nuovo.
Nella nostra Conferenza Episcopale del Triveneto, negli anni passati, il Vescovo Lucio si è sempre distinto per l’impegno propositivo e la sua grande disponibilità a portare avanti iniziative o a seguire da vicino questioni da approfondire o documenti da preparare e redigere, sapendosi e volendosi così mettere in gioco personalmente e sempre con passione ed entusiasmo ammirabili.
Credeva nella collaborazione tra le nostre Chiese del Nordest – lui che, anche per la storia personale e di ministero, quasi “le incarnava” e “abbracciava” (battezzato e presbitero della Chiesa di Udine, vescovo della Chiesa di Adria-Rovigo) – e lo ricordo convinto ed appassionato attore della fase preparatoria e attuativa della seconda Assemblea Ecclesiale Triveneta di Aquileia svoltasi nel 2012.
Non posso, inoltre, dimenticare l’iniziativa periodica – a cui, una volta, ho personalmente partecipato su suo invito – di riunire ogni anno per un comune momento di riflessione amministratori, uomini politici e rappresentanti delle categorie economiche e sociali; è stato il segno semplice, quasi discreto, ma significativo di un amore appassionato e pieno di una volontà “buona” – una volontà di suscitare, promuovere e indicare vie di bene comune – per questo territorio del Polesine così bisognoso di attenzione e valorizzazione, a lui affidato in quanto Pastore di questa Chiesa e da lui così tanto amato.
Il Vescovo Lucio è entrato nella casa del Padre il pomeriggio del primo sabato del mese di luglio, mentre la Chiesa, entrando nella liturgia della domenica, stava per proclamare quelle parole di gioia e di consolazione che, tratte dal profeta Isaia, sembrano scritte anche per accompagnare il nostro carissimo confratello in quest’ultimo pellegrinaggio terreno, avendo presenti anche i difficili anni finali di autentica sofferenza da lui vissuti: “Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l’amate. Sfavillate con essa di gioia tutti voi che per essa eravate in lutto… Voi sarete allattati e portati in braccio, e sulle ginocchia sarete accarezzati. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore” (Is 66, 10.13-14).
Alle Chiese di Adria-Rovigo e di Udine, ai familiari, agli amici, ai conoscenti, la vicinanza cordiale e la preghiera di tutte le Chiese del Nordest.