Nel tempo pasquale la liturgia ci guida a riconoscere la presenza del Risorto nella vita della comunità cristiana. Anche le letture di questa terza domenica di Pasqua ci mostrano, a partire dall’esperienza della prima comunità cristiana, come anche noi possiamo incontrare Gesù vivo. Nel brano degli Atti degli Apostoli la presenza del Signore Risorto nella vita della Chiesa si manifesta nella testimonianza resa dagli Apostoli e in particolare da Pietro. La forza che li sostiene e li rende lieti di essere oltraggiati per il nome di Gesù è lo Spirito Santo, che rende presente nella vita dei discepoli la Pasqua del Signore. Nel brano dell’Apocalisse viene richiamato il legame indissolubile tra la risurrezione e la morte in croce: l’Agnello, che rappresenta Gesù, è «degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione» perché è stato immolato. Così anche la presenza di Cristo nella sua Chiesa non può mai essere separata dal dono della sua vita sulla croce, a cui i discepoli sono chiamati a partecipare. Nel brano del Vangelo ci viene narrata la terza manifestazione del Risorto ai discepoli, che avviene nel contesto di una pesca straordinaria e di un pasto che Gesù stesso prepara sulle rive del Lago di Galilea.
E’ interessante notare che anche se il banchetto è preparato da Gesù stesso, egli chiede ai discepoli di portare il pesce pescato da poco- Come possiamo intuire quel pasto è un segno che richiama il banchetto eucaristico e quindi la richiesta di Gesù ai discepoli di contribuire a preparare questo pasto, ci indica che anche nelle nostre celebrazioni eucaristiche non basta ciò che il Signore prepara per noi, ma anche noi siamo chiamati a portare il nostro contributo, la nostra offerta. Questa considerazione ci introduce nel significato del ministero che questa sera viene conferito ai nostri tre fratelli Matteo, Marcello e Marco: perché nella Chiesa possiamo incontrare il Risorto è necessario che ci sia qualcuno che ci aiuti a portare la nostra offerta al banchetto dell’eucaristia.
La parola accolito vuol dire «accompagnatore», «aiutante» ed indica un particolare servizio in ordine all’Eucaristia: «L’ufficio liturgico dell’accolito è di aiutare il presbitero e il diacono nelle azioni liturgiche; di distribuire o di esporre, come ministro straordinario, l’Eucaristia. Di conseguenza, deve curare con impegno il servizio all’altare e farsi educatore di chiunque nella comunità presta il suo servizio alle azioni liturgiche. Il contatto che il suo ministero lo spinge ad avere con i deboli e gli infermi» (cfr. Rito delI’ istituzione dell’accolito) lo stimola a farsi strumento dell’amore di Cristo e della Chiesa nei loro confronti. Suo impegno sarà, quindi, quello di conoscere e penetrare lo spirito della liturgia e le norme che la regolano; di acquisire un profondo amore per il popolo di Dio e specialmente per i sofferenti» (Conferenza Episcopale Italiana, I ministeri nella Chiesa).
Nella formazione dei candidati al diaconato permanente il conferimento di questo ministero (come già quello del lettorato, ricevuto lo scorso anno) ha un significato pedagogico: «Prima che uno venga promosso al diaconato sia permanente sia transeunte, si richiede che abbia ricevuto i ministeri di lettore e accolito e li abbia esercitati per un tempo conveniente, al fine di disporsi meglio ai futuri servizi della parola e dell’altare. La Chiesa, infatti, ritiene molto opportuno che i candidati agli ordini sacri, tanto con lo studio quanto con l’esercizio graduale del ministero della parola e dell’altare, conoscano e meditino per un intimo contatto questo duplice aspetto della funzione sacerdotale» (Paolo VI, M.P. Ministeria Quaedam).
Carissimi Matteo, Marcello e Marco, questo nuovo ministero che vi viene affidato vi aiuti a diventare servitori della comunità (diacono vuol dire servitore): in particolare vi aiuti a comprendere e a vivere il particolare rapporto che esiste tra la vita della comunità e l’eucaristia. Non possiamo infatti essere parte della comunità cristiana se non viviamo una relazione personale con Cristo presente nell’eucaristia. Vi auguro di sperimentare la gioia di essere tramite dell’incontro con il Cristo Risorto di tanti fratelli e sorelle che vi troverete a servire, in modo da prepararvi a diventare con l’ordinazione diaconale segni viventi di Cristo Servo.