Alla Vergine Maria, venerata in questa Concattedrale come Vergine delle Grazie, affidiamo Davide, Bryan e Riccardo, oggi ordinati diaconi in vista del presbiterato

Il Signore continua anche oggi a chiamare ad una speciale consacrazione al ministero ordinato o alla vita religiosa: cari giovani, se avvertite questa chiamata non abbiate paura!
11-12-2021

Quando con il Rettore del Seminario ho scelto la data di oggi per l’ordinazione diaconale dei nostri tre amici Davide, Bryan e Riccardo non avevo presente una coincidenza significativa con la domenica “Gaudete”: la liturgia della terza domenica di Avvento caratterizzata da un ripetuto invito alla gioia è infatti il contesto ideale per questo evento straordinario per la nostra chiesa diocesana: da tempo infatti non vivevamo l’ordinazione di tre alunni del Seminario diocesano.

Nella liturgia della Parola siamo stati invitati con insistenza alla gioia. È la gioia a cui il profeta Sofonia, in un momento di grande difficoltà per il popolo ebreo, invita Gerusalemme perché la salvezza di Dio è presente in mezzo ad essa. È la gioia a cui Paolo esorta i cristiani di Filippi annunciando loro che «il Signore è vicino». È la gioia della buona notizia che Giovanni Battista porta al popolo indicando colui «che battezzerà in Spirito Santo e fuoco».

La gioia cristiana non è un fatto solo interiore e non si identifica con un sentimento di generico ottimismo, ma è strettamente legata alla relazione con il Signore e ha un prezzo: la conversione, che è bene espressa nella domanda che le folle ponevano a Giovanni: «Che cosa dobbiamo fare?».

Vediamo oggi concretizzarsi per noi questo invito alla gioia nella decisione di tre giovani della nostra Diocesi di dedicare per sempre la loro vita al servizio della Chiesa. Davide, Bryan e Riccardo avendo sentito la chiamata di Gesù, hanno percorso in questi anni un cammino di conversione fino ad arrivare oggi ad offrire totalmente la loro vita per il servizio della Chiesa e dei fratelli. La loro scelta, che io accoglierò a nome della Chiesa conferendo loro l’Ordine Sacro del diaconato, è un segno che il Signore ci è vicino e non ci ha abbandonato. Un segno importante in questo tempo difficile non solo per la società ma anche per la Chiesa, una Chiesa che si scopre povera e fragile. È un segno importante perché ci invita a ripartire con umiltà confidando nel Signore e mettendoci a servizio del Vangelo.

È significativo che la Chiesa introduca nel ministero coloro che riconosce chiamati facendoli passare attraverso l’Ordine del diaconato: potremmo chiederci che cosa serve diventare diaconi se poi dopo qualche mese è prevista l’ordinazione sacerdotale. Non è solo un passaggio, quasi si trattasse di uno scalino da oltrepassare per giungere al livello più alto. Anche il prete e il vescovo infatti, pur chiamati ad un ministero diverso, rimangono diaconi. A questo proposito mi piace richiamare un particolare che ai più rimane nascosto ma è rivelativo di una verità profonda: nelle celebrazioni più solenni, come quella di oggi, il Vescovo indossa sotto la casula, che è la veste propria del sacerdote, quella del diacono, la dalmatica, a ricordare che è prima di tutto partecipe del suo essere servo e che rappresenta Cristo Capo e Sacerdote in quanto è come lui servo, servo di Dio e dei fratelli.

Carissimi Davide, Bryan e Riccardo, ricordate che troverete gioia nel ministero che vi viene affidato nella misura in cui saprete farvi servi dei fratelli seguendo l’esempio di Gesù, che non ha esitato a lavare i piedi ai suoi discepoli e si è fatto servo fino a dare la propria vita per la salvezza dell’umanità. Voi tra poco prometterete di fare della vostra vita un dono nel servizio della Chiesa, impegnandovi a vivere nel celibato, nell’obbedienza e nella carità evangelica. La Grazia del sacramento che riceverete attraverso l’imposizione delle mani confermerà il vostro proposito e vi darà la forza di essere fedeli a quanto avete promesso. Non abbiate paura di donarvi, perché quanto più saprete corrispondere alla Grazia del sacramento tanto più sperimenterete la gioia e la fecondità della presenza del Signore nella vostra vita.

Negli anni della formazione avete avuto modo di sperimentare che il Signore non ci lascia soli anche nei momenti di difficoltà e che anche le crisi e le sofferenze ci aiutano a crescere. Non vi è chiesto di essere perfetti, ma di continuare a crescere e a maturare come uomini, come cristiani e come ministri della Chiesa. Per essere ministri di Dio non è richiesto infatti di essere già arrivati alla perfezione, ma di avere l’umiltà di continuare a convertirsi nella sequela del Signore accettando le fatiche e le delusioni del ministero. Il popolo di Dio che tra poco invocherà su di voi l’aiuto dei Santi del cielo non mancherà di sostenervi con la sua preghiera e con la sua vicinanza.

Vorrei rivolgere infine un pensiero ai giovani che seguono questa celebrazione qui in presenza o attraverso i mezzi della comunicazione sociale. Davide, Bryan e Riccardo hanno saputo ascoltare la voce del Signore e si sono messi in cammino. Anche per ciascuno di voi, cari giovani, il Signore ha un sogno, una parola intima e personale. Se saprete ascoltarla e fare passi concreti nella direzione che vi indica potrete anche voi sperimentare la gioia di sentire il Signore presente nella vostra vita. Non abbiate paura di fare scelte e di prendere decisioni: la libertà non consiste nel non scegliere e non decidere per lasciarsi aperte tutte le strade finendo per non precorrerne nessuna. Essere liberi è abbracciare la via che il Signore ci mostra, senza paura di impegnarsi. Siate fedeli e perseveranti in quanto avrete scelto. Sposarsi, formare una famiglia, avere dei figli, vivere il lavoro o la professione non solo come realizzazione personale ma come servizio alla società, impegnarsi nel sociale e nella politica sono altrettante vocazioni. Ma il Signore continua a chiamare anche ad una speciale consacrazione nel ministero ordinato e nella vita religiosa: se avvertite questa chiamata non abbiate paura, non mettete subito da parte quanto avvertite, mettetevi invece in ascolto come hanno fatto i tre amici che tra poco davanti a noi diranno il loro sì definitivo al Signore e alla Chiesa.

Alla Vergine Maria, venerata in questa Concattedrale come Vergine delle Grazie, affidiamo Davide, Bryan e Riccardo: Maria, che ha accompagnato il cammino dei primi discepoli, guidi i loro passi con la sua premura e la tenerezza di Madre.