Essere uniti a Cristo dalla fede e dal battesimo ci permette di avere in noi la forza del Risorto: «consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio in Cristo Gesù». Le parole del Vescovo Pierantonio a Franco, Florian e Tommaso, adulti battezzati in Cristo risorto

Questa notte mons. Pierantonio ha celebrato i sacramenti dell'iniziazione cristiana per Franco, Florian e Tommaso, tre adulti che hanno chiesto il dono della fede

La grande veglia che stiamo celebrando ci offre molteplici spunti di riflessione. Vorrei fermarmi con voi sul rapporto tra la Pasqua e il Battesimo, in considerazione anche del fatto che tra poco tre adulti (Franco, Florian e Tommaso), dopo aver compiuto il cammino del catecumenato, riceveranno il battesimo e gli altri sacramenti dell’iniziazione cristiana (la cresima tramite l’unzione con il crisma e poi l’ammissione all’eucarestia).

Pasqua vuol dire passaggio: le letture che abbiamo ascoltato ci hanno condotto attraverso la storia della salvezza e ci hanno presentato tre passaggi fondamentali che l’hanno segnata. Il primo è il passaggio del popolo ebreo attraverso il Mar Rosso: passaggio dalla schiavitù alla libertà. Il secondo è il passaggio di Gesù dalla morte alla vita, il terzo è il nostro passaggio attraverso il battesimo dal peccato alla santità dei figli di Dio. In ognuno di questi tre passaggi assistiamo ad un intervento di Dio: è Dio che apre una strada in mezzo alle acque e fa passare gli ebrei all’altra riva del mare; è Dio che risuscita Gesù dalla morte, è ancora Dio che nel battesimo ci fa rinascere a una vita nuova.

Se vogliamo capire cosa significhi essere cristiani dobbiamo proprio partire dalla storia della salvezza che la Bibbia ci narra e sentire che quanto la Bibbia ci racconta è la nostra storia: anche noi come il popolo ebreo siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato per essere chiamati a vivere nella libertà; anche noi come Gesù siamo morti al peccato per vivere una vita nuova, una vita più forte del peccato e della morte.

Tutta la storia della salvezza, che abbiamo ripercorso nelle letture che ci sono state proposte, culmina nella Risurrezione di Gesù. Tutta la Scrittura ci conduce a Cristo: se vogliamo salvare la nostra vita dalla morte e dal peccato dobbiamo far sì che la nostra umana ricerca di salvezza approdi a Lui. Per questo l’evento della Resurrezione del Signore deve suscitare ancora oggi in noi una profonda emozione, come accadeva per i primi cristiani. Anche noi siamo stati sepolti con Cristo, per essere con Lui risuscitati. Il battesimo significa proprio questo: essere sepolti con Cristo per rinascere a vita nuova. Questo era particolarmente evidente, anche fisicamente, quando ancora il battesimo veniva conferito per immersione: chi lo riceveva si immergeva nell’acqua per poi riemergere come una nuova creatura. Capiamo allora quanto dice San Paolo nel brano della lettera ai Romani che ci è stato proposto poco fa: «Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre così anche noi possiamo camminare in una vita nuova».

Essere uniti a Cristo dalla fede e dal battesimo ci permette di avere in noi la forza del Risorto: «consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio in Cristo Gesù».

Siamo consapevoli che siamo viventi in Dio? Ci rendiamo conto che se vogliamo possiamo essere più forti del male che è presente nel mondo? Mentre assistiamo al battesimo di Florian, Franco e Tommaso cerchiamo di riappropriarci del nostro battesimo e di sentire che anche noi siamo creature nuove, chiamati ad una vita non soltanto umana ma che partecipa della vita di Dio.