MESSA ESEQUIALE PER SUOR MARIA DAL COVOLO

«Alzati, amica mia, mia bella, vieni! … mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso leggiadro»
21-09-2022

Può suonare singolare la scelta del brano del Cantico dei Cantici che abbiamo sentito nella prima lettura. Si tratta infatti di una canzone di amore, in cui un giovane innamorato invita la ragazza amata ad avvicinarsi a lui e a mostrarsi in tutta la sua bellezza. La tradizione cristiana ha letto questo passo, come il resto del Cantico dei Cantici, applicando il linguaggio amoroso al rapporto tra il credente e Dio. Tutta la vita cristiana è ricerca di Dio, in modo tutto particolare è ricerca di Dio la vita di coloro, uomini e donne, che si consacrano a Lui tramite la professione dei consigli evangelici. Anche Suor Maria Dal Covolo ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca di Dio ed ora è giunta alla meta. A lei possiamo applicare le parole del Cantico: «Alzati, amica mia, mia bella, vieni! … mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso leggiadro».

Suor Maria dello Spirito Santo, al secolo Suor Maria Giovanna dal Covolo, è nata a Feltre (BL) il 23-10-1938 ed era la secondogenita di una famiglia numerosa di 10 figli.

Fin dall’adolescenza aveva maturato il desiderio di entrare nel Carmelo, ma poi divenne religiosa nell’Istituto dell’Assunzione. Si laureò in Lettere Antiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e in Teologia Pastorale alla Pontificia Università Lateranense.

Nonostante facesse parte di un istituto religioso dedito alla vita apostolica, cercò sempre di approfondire la spiritualità carmelitana e coltivare lo spirito di orazione di cui si sentiva animata interiormente. Niente ha mai fermato il suo desiderio di aiutare gli altri e di consacrarsi a Dio in una vita claustrale.

Le prove l’hanno sempre tanto accompagnata, ma con semplicità e umiltà ha saputo fare di tutto un cammino di dono verso il Cuore di Dio che amava sinceramente.

«Fai tesoro delle umiliazioni» le aveva detto un sacerdote di Roma, e queste parole le mise veramente in pratica. Voleva tanto bene alla Madonna di cui sentiva la protezione ed era molto devota a Santa Teresa di Gesù Bambino di cui voleva imitare l’ esempio.

Il giorno in cui  Santa Teresa di Gesù Bambino fu proclamata Dottore della Chiesa, in piazza San Pietro nel 1997 raccolse i petali di rosa gettati sull’urna di Teresina, per ottenere la grazia di offrirsi a Dio in una immolazione silenziosa come Teresa di Lisieux. La sua preghiera fu esaudita: entrò al Carmelo di Rovigo il 15 luglio 1998 ed emise la professione il 1 maggio 2000.

Venne presto il momento in cui si sarebbe realizzata anche la sua preghiera di potere offrirsi a Dio in una immolazione silenziosa: nel 2006 fu colpita da un ictus, che la costrinse inferma a letto. Secondo i medici avrebbe avuto una vita puramente vegetativa, invece, grazie anche alle cure delle sorelle, riprese conoscenza e poté esprimersi e comprendere quanto gli altri le dicevano. Trascorse così bene sedici anni, anni vissuti con pace e serenità, facendo di tutto un’offerta a Dio per tanti fratelli.

A causa della tracheotomia non poteva più parlare, ma riusciva ad arrivare al cuore delle persone. Chi le stava vicino ha più volte affermato che trasmetteva veramente pace e aiutava ad affrontare tutto con fiducia nel Signore.

L’ultimo giorno, prima di addormentarsi per sempre, ha reclinato il capo come Gesù in un abbandono fiducioso. Ora anche per lei tutto è compiuto, ora non restano che le braccia misericordiose di Gesù, quel Gesù che ha cercato e amato per tutta la sua vita e che ora potrà vedere faccia a faccia.

La vicenda di questa nostra sorella è assai singolare: in particolare colpisce come ha vissuto il lungo periodo della sua infermità, un’infermità che è stata per lei occasione per offrirsi a Dio con tutta se stessa, un vero «miracolo» reso possibile dall’attenzione e dalle cure premurose delle sorelle monache e dall’assistenza dei medici. Un miracolo che richiama anche noi alla preghiera e alla contemplazione.

Mentre ringraziamo il Signore per il dono che ci ha fatto attraverso Suor Maria, preghiamo perché on venga meno nella nostra Diocesi il carisma della vita contemplativa. Interceda per noi. affinché il gusto della preghiera e della contemplazione metta radici in noi.