NATALE DEL SIGNORE – MESSA DELLA VIGILIA

24-12-2019

La liturgia ci accompagna a celebrare il mistero del Natale sottolineandone le diverse prospettive nei vari momenti della giornata. Così la messa della vigilia che stiamo celebrando (seguirà più tardi la messa della notte, quella dell’aurora domattina e infine quella del giorno) ci invita ad inserire l’evento della nascita di Gesù all’interno di una storia di salvezza, in cui Dio ha manifestato la sua fedeltà alle promesse.

Le tre letture che abbiamo ascoltato ci suggeriscono uno sguardo di fede: Dio non abbandona l’umanità, anzi si è legato ad essa con il vincolo di un’alleanza che non verrà mai meno. L’immagine nuziale, che ricorre nel brano di Isaia, viene applicata ai rapporti tra Dio e l’umanità: il Bambino nato da Maria a Betlemme, il Figlio di Dio fatto uomo, è il segno di questa alleanza, di questo sposalizio che unisce per sempre Dio all’umanità. La nascita del Figlio di Dio nella carne è il momento in cui si compie questa alleanza definitiva che la Bibbia descrive usando il simbolo delle nozze.

Anche noi come singoli, come famiglie, come città di Rovigo, siamo parte di questa storia di salvezza. Anche per noi in questo Natale risuonano le parole di consolazione e di speranza del profeta Isaia: Dio è lo sposo e l’umanità la sua sposa: «Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo».

Non possiamo ridurre il Natale alla sola dimensione intimistica, fatta di buoni sentimenti e di affetti familiari. Come ha scritto recentemente Papa Francesco nella Lettera apostolica Admirabile signum sul significato del presepio: «Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe, Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato».

Celebrare il Natale significa quindi accogliere il messaggio di fiducia e di speranza che proviene dall’evento della nascita nella carne del Figlio di Dio. Nonostante i tanti problemi e le tante difficoltà e storture della nostra società, c’è una storia di salvezza da scrivere assieme, assieme tra noi, ma anche insieme con il Signore, che si è fatto uomo per manifestarci quanto gli sta a cuore la nostra sorte. La salvezza che c dona non è solo una realtà spirituale, che riguarda i singoli, ma è un disegno che coinvolge l’umanità anche nella sua dimensione sociale e che tocca i rapporti tra i singoli, le comunità, le classi sociali.

Ricordare la nascita di Gesù è quindi motivo per guardare oltre e aprirci ad un cammino di fraternità, di solidarietà e di sviluppo morale e sociale. Seguendo Gesù possiamo accogliere l’altro, vincere la paura del diverso, abbattere muri e costruire ponti.

Ripartiamo allora portando con noi l’umiltà e la semplicità del presepio: solo così potremo ritrovare quella fiducia che la nostra società sembra avere perduto