SOLENNITÀ DEL CORPO E DEL SANGUE DEL SIGNORE

«Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga»
22-06-2025

La solennità del Corpo e Sangue del Signore ci invita ad adorare il mistero dell’Eucaristia, che è al cuore della vita della Chiesa. Abbiamo già celebrato questo mistero il giovedì santo: la solennità odierna è un invito ad una ulteriore meditazione, quasi una sosta contemplativa per lasciarci plasmare da questo dono che Gesù ci ha lasciato come memoriale della sua Pasqua.

Può esserci utile ricordare un particolare del rito della pasqua ebraica. Quando la famiglia si riuniva per celebrare la cena pasquale, era prescritto che il figlio più piccolo prima di iniziare il pasto rivolgesse al capo-famiglia questa domanda: «Che cosa significa questo rito?». E’ bene che anche noi torniamo a porci questa domanda, non tanto perché non sappiamo che cosa stiamo per fare celebrando l’Eucaristia, ma arrivare ad una comprensione ancora più profonda del mistero che celebriamo.

A questa domanda dà una risposta anzitutto quanto afferma Paolo nella seconda lettura: «Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga». Queste parole non sono altro che la spiegazione di quanto Gesù dice nell’istituzione dell’Eucaristia: «Fate questo in memoria di me!» Questa frase di Gesù ci dice una cosa fondamentale: l’Eucaristia è un memoriale, memoriale di Gesù e del suo mistero di morte e di risurrezione.

Vorrei farvi notare che tutti i popoli hanno un proprio «memoriale»: può essere un giorno di festa, un monumento, un parco, qualcosa in cui è condensata la storia di quel popolo. Anche il popolo di Dio ha il suo memoriale, ma è un memoriale vivente. La differenza sta proprio qui: di Gesù noi cristiani non conserviamo una tomba, i resti mortali, le ceneri, ma un memoriale che fa rivivere realmente la persona di Gesù. Nella concezione biblica il ricordo è allo stesso tempo ricordo e presenza. La morte e la risurrezione di Gesù per l’Eucaristia non rivivono solo dentro la nostra memoria, ma rivivono realmente: sull’altare c’è una presenza reale. È la presenza stessa con cui Gesù fu presente sul Calvario; è la presenza del Risorto che dice «Toccatemi, sono proprio io».

L’Eucarestia è memoria e presenza: è il tramite più forte che ci lega a Gesù e che ci unisce al dinamismo di amore che scaturisce dalla sua Pasqua.

Anche il vangelo che abbiamo ascoltato, la moltiplicazione dei pani, ha una sua risposta da dare alla domanda «Che significa questo rito?». Gesù in pieno deserto moltiplica il pane e lo fa distribuire alle folle perché queste, che hanno ascoltato la sua parola non vengano meno per la via: tutti mangiarono e vennero saziati. Ciò è vero anche per noi: la parola che abbiamo ascoltato non ci basta, anche noi rischiamo di venire meno per la via, di scoraggiarci e di lasciarci sorprendere dalla tentazione. Come per gli ebrei nel deserto, abbiamo bisogno non solo della legge, ma anche della manna. Ecco allora il valore grande dell’Eucaristia per la vita cristiana: «cibo dei viatori» come la definisce la tradizione della Chiesa, cibo cioè di coloro, che liberati dal peccato attraverso il battesimo, sono ora in cammino verso la patria del cielo.

Portando in processione per le vie della nostra città il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, manifestiamo la nostra in questo cibo che il Signore ci ha dato e nella sua forza generatrice di una vita nuova: anche in questo tempo tragico, segnato di conflitti e violenze, il Signore rimane con noi e ci dà la forza per continuare a testimoniare il suo Regno di pace e di amore.