DOMENICA II DI QUARESIMA

Non abbiamo paura di andare in disparte per stare con Gesù e ascoltare quanto Lui ci vuole dire
08-03-2020

Siamo ormai alla conclusione di una giornata convulsa, carica di preoccupazione e di inquietudine, con la consapevolezza che abbiamo davanti un percorso di disagi, di sofferenze e di prove. Non era diverso lo stato d’animo di Pietro, Giacomo e Giovanni quando Gesù li invitò a seguirlo per andare in disparte su un alto monte. Il Maestro, infatti, aveva cominciato a fare strani discorsi: diceva che doveva andare a Gerusalemme, per essere arrestato, soffrire e morire. Il loro cuore era turbato: loro avevano capito che Gesù era il Messia, il Figlio di Dio, venuto a salvare l’umanità. Come poteva dire che lo aspettava un destino di passione e di morte? E a loro che cosa sarebbe successo? Il cammino verso Gerusalemme, immaginato come una marcia trionfale, improvvisamente si trasformava in un cammino di dolore e persecuzione.

Gesù conosceva il turbamento dei discepoli e per questo ne prese tre, in rappresentanza di tutto il gruppo, e li rese partecipi del suo segreto. L’esperienza, indicata con il termine «trasfigurazione» (cambiamento d’aspetto), consiste in una visione e in una parola. La visione innanzitutto: Gesù cambiò d’aspetto: il suo volto divenne luminoso (dice il testo «brillò come il sole»). Poi la parola: una voce uscì dalla nube e disse «Questi è il mio Figlio, l’amato … Ascoltatelo!».

Vorrei farvi notare che la visione è come un lampo, mentre l’invito all’ascolto rimane. La voce in altri termini indica ai tre discepoli il modo per poter continuare a tenere viva quella luce che per un attimo i loro occhi hanno contemplato. E’ l’ascolto di Gesù che può dare senso al cammino verso Gerusalemme, alla passione e alla croce. Sappiamo che i discepoli continuarono a camminare con Gesù nonostante lo sconcerto e il turbamento che l’annuncio della passione e morte aveva suscitato in loro. Rimanendo con Gesù hanno potuto arrivare a contemplare di nuovo il suo volto luminoso la sera di Pasqua: era lo stessa luce che avevano visto sul monte della trasfigurazione.

Stiamo vivendo un momento di grande prova e proprio in queste ore stiamo prendendo coscienza che abbiamo davanti un percorso non breve di disagi, preoccupazioni e sofferenze. La pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato ci indica una via per illuminare quanto stiamo vivendo: ascoltare la Parola di Gesù.

Non vorrei che banalizzassimo questa espressione «ascoltare la Parola»: non è l’ascolto di una canzone o la recezione di una comunicazione umana. Ascoltare la Parola di Dio, che Gesù ci offre, è scoprire la presenza di Dio e accoglierla in noi. Per questo dobbiamo accostarci alla Parola con timore, cioè con la consapevolezza che ci porta al cambiamento della nostra vita, alla conversione. L’ascolto della Parola di Dio ci mette in crisi, provoca in noi un esodo, un uscire dalla casa delle certezze e delle abitudini per iniziare un cammino non sorretto da sicurezze umane.

Nella situazione che stiamo vivendo abbiamo quanto mai bisogno di metterci in ascolto di Gesù: non soltanto perché la lettura della Sacra Scrittura sostituisce le celebrazioni comunitarie, ma perché dobbiamo scoprire la presenza di Dio anche in quanto sta accadendo. Nell’ascolto della Parola noi possiamo nella fede vedere il volto di Gesù e affrontare le tribolazioni di questi giorni illuminati e sostenuti dal suo amore. Non abbiamo paura allora di andare in disparte per stare con Gesù e ascoltare quanto Lui ci vuole dire attraverso le pagine della Sacra Scrittura. Potremo avere anche noi il dono di una nostra personale esperienza di trasfigurazione: il buio di questo tempo di prova si aprirà per permetterci di vedere quella luce che darà forza al nostro cammino.