SOLENNITÀ DELLA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Celebrare la natività di Maria ci offre l’occasione di guardare a Maria come nostra sorella nella fede, discepola del Vangelo
08-09-2024

Celebrare la natività di Maria ci offre l’occasione di guardare a Maria come nostra sorella nella fede, discepola del Vangelo. Maria infatti condivide con noi la comune discendenza dalla stirpe di Adamo: non è una divinità, è una creatura umana e pertanto condivide la nostra condizione e il nostro cammino di creature. La Tradizione, a partire dai Padri della Chiesa, ha sottolineato questo aspetto mettendo in luce come la partecipazione alla nostra natura umana rende la Vergine solidale con noi nella comune discendenza da Adamo e nella dipendenza da Cristo Redentore. Per una devozione mariana matura pertanto è importante riscoprire accanto al titolo di madre anche quello di sorella. Non è corretto fermarsi a sottolineare le prerogative uniche di Maria tralasciando la dimensione creaturale che la rende vicina a noi e che ci permette di vedere in lei un esempio da seguire. È un aspetto che può aiutare a proporre in modo più incisivo la spiritualità mariana. Non è un’esigenza nuova: è interessante a questo proposito un passo che troviamo negli scritti di S. Teresa di Lisieux, in cui critica una certa predicazione in auge ai suoi tempi: «Che i preti ci mostrino delle virtù praticabili! È bene parlare delle sue prerogative, ma soprattutto bisogna poterla imitare. Ella preferisce l’imitazione piuttosto che l’ammirazione, e la sua vita è stata così semplice! Per quanto bella sia una predica sulla Santa Vergine, se si è obbligati tutto il tempo a fare: Ah!… Ah!… se ne ha abbastanza. Come mi piace cantarle: Visibile hai reso la stretta via al Cielo, praticando sempre le virtù più umili».

Chi ha riproposto nella Chiesa, con insistenza e in maniera nuova, il titolo mariano di “nostra sorella” è stato San Paolo VI. Di fronte al bisogno di fraternità nella chiesa e nel mondo, Paolo VI trovò in Maria nostra vera sorella il modello di fraternità autentica e operosa da proporre agli uomini e alle donne del nostro tempo. Per cui, più che un titolo, il papa presentò, con profondità di riflessione culturale e di meditazione biblico-teologica, una visione nuova di Maria, attuale anche per i tempi che viviamo oggi, segnati dal pericolo di un ritorno nostalgico al devozionismo. Devozionismo è l’atteggiamento di chi riduce la devozione a Maria a mero sentimentalismo, a esclusiva ricerca di protezione rifuggendo dall’impegno della conversione e della ricerca di una vita evangelica.

Maria dunque è nostra sorella: sorella innanzitutto nell’umanità. La Vergine viene raggiunta dall’annuncio dell’Angelo dentro la normalità della vita quotidiana: lei ha conosciuto la fatica del lavoro e delle faccende familiari, le ansie e le gioie della maternità, le preoccupazioni e le soddisfazioni che un figlio procura alla propria madre.

In secondo luogo Maria è nostra sorella nella fede: i Vangeli con grande cura e attenzione evidenziano la sua esperienza di discepola del Signore, del suo cammino di fede, fatto di fatica e di riposo, di luci e di ombre; un cammino di ricerca spesso vissuto nella “notte oscura della fede” che l’avvicina al cammino di fede di ogni cristiano e cristiana chiamati alla sequela di Cristo. Anche Maria, come ognuno di noi, ha dovuto affrontare un percorso di ricerca, fatto di ombre e di luci: un percorso che ha abbracciato tuta la sua vita e che ha conosciuto momenti di smarrimento profondo (ad es. quando Gesù dodicenne nel Tempio si allontana da lei e da Giuseppe oppure quando anche lei non comprende le scelte e i comportamenti di Gesù e dubita che sia fuori di sé). Anche Maria quindi ha dovuto progredire nella fede per comprendere fino in fondo che si diventa famigliari di Gesù, non per legami di sangue, ma per legami di fede, facendo la volontà di Dio. Maria, donna tenace, affronta con coraggio e determinazione il suo cammino di fede, lasciandosi sostenere dalla Parola di Dio, che sapientemente custodisce e medita nel suo cuore, assumendola come chiave interpretativa della vita. Lei inoltre si lascia permeare dello spirito dei “poveri di Yhwh”, i quali, piccoli e senza pretese (a differenza dei potenti oppressori di turno), pregano e confidano nel Signore e nella sua salvezza e liberazione.

Guardare a Maria come nostra sorella ci aiuta allora a comprendere meglio il suo essere madre: l’azione materna di Maria infatti si realizza educando i cristiani a essere veri figli di Dio, pienamente abbandonati alla sua parola e alla sua volontà seguendo l’esempio di Lei, la «sorella», umile creatura che cammina accanto a ciascuno di noi per educarlo a vivere il Vangelo.

Lendinara, Santuario del Pilastrello