La scelta di Papa Francesco di compiere nella Solennità dell’Annunciazione del Signore un solenne atto di consacrazione di tutti i popoli del mondo, in particolare il popolo russo e ucraino al Cuore Immacolato di Maria, ha un profondo significato teologico. Il contesto dell’Annunciazione ci aiuta a comprendere correttamente questo gesto di fede e di preghiera, che anche noi compiremo al termine di questa celebrazione eucaristica.
L’annuncio dell’angelo alla Vergine e la sua risposta umile e generosa, infatti, ci mostrano come il Cuore Immacolato di Maria sia la porta per entrare nel mistero della redenzione. Come scrisse San Giovanni Paolo II nell’Enciclica Redemptor Hominis «questo mistero si è formato, possiamo dire sotto il cuore della Vergine di Nazareth, quando ha pronunziato il suo “fiat”. Da quel momento questo cuore verginale e insieme materno, sotto la particolare azione dello Spirito Santo, segue sempre l’opera del suo Figlio e va verso tutti coloro che Cristo ha abbracciato e abbraccia nel suo infinito amore».
La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria per ottenere la pace nel mondo è oggetto della rivelazione della Vergine ai pastorelli di Fatima del 13 luglio 1917: «Avete visto l’infermo dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle Dio vuole istituire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se farete quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace». Nel messaggio della Vergine, quindi, la devozione al suo Cuore Immacolato è strettamente legata alla pace: questo nesso è ancora più evidente nella richiesta che il Papa consacri la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Va tenuto presente che le apparizioni di Fatima ebbero luogo in concomitanza con la rivoluzione bolscevica, che segnò l’affermarsi del comunismo ateo causa di tanto male per l’umanità e per la chiesa. I Papi, da Pio XII nel 1942 a Giovanni Paolo II nel 1984 hanno esteso la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria a tutti i popoli del mondo: analogamente farà questa sera anche Papa Francesco, aggiungendo un particolare pensiero ai popoli russo e ucraino coinvolti in un sanguinoso conflitto, che rischia di travolgere l’intera comunità internazionale in una guerra «mondiale».
Partecipare, come anche noi faremo fra poco, a questo atto di consacrazione vuol dire fare nostro il «sì» di Maria, pronunciato al momento dell’Annunciazione, rinnovato e confermato ogni momento della sua vita, in particolare sotto la croce. Vuol dire cioè imitare la disponibilità di Maria ad essere tutta e incondizionatamente dalla parte di Dio, così da sperimentare la beatitudine di «vederlo» e di poter essere testimoni della sua misericordia.
Non si tratta solo di un rito, di una formalità. Accogliendo l’invito della Vergine alla consacrazione al suo Cuore Immacolato siamo chiamati a promuovere e a difendere la pace tra i popoli, a denunziare i meccanismi perversi che causano conflitti; l’arroganza, l’egoismo, l’economia senza morale, la politica senza compassione.
La nostra fede e la nostra preghiera in questo momento carico di angoscia per quanto sta succedendo in Ucraina e per quanto potrebbe succedere nell’intera Europa, ci deve portare a tentare tutto il possibile per fermare il potere del male e per far crescere le forze del bene. Dobbiamo credere che la pace è possibile e che anche noi possiamo contribuire a costruirla, alimentando uno spirito di fraternità verso tutti, aggrediti e aggressori. Affidiamo a Maria il nostro impegno e la nostra preghiera: Lei continui a mostrarsi Madre per tutta l’umanità e a donarci il suo Figlio, il Principe della Pace.
Lendinara, Santuario della Madonna del Pilastrello – 25 marzo 2022