ORDINAZIONE DIACONALE DI MATTIA FRIGATO E NICOLO’ GRANDESSO

Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo
29-10-2022

A differenza degli altri momenti come l’ammissione tra i candidati e il conferimento dei ministeri, l’ordinazione diaconale non è soltanto una tappa verso il presbiterato, ma è un passaggio decisivo, un cambiamento radicale nella loro vita: con il diaconato infatti diventano ministri della Chiesa. Non ricevono solamente un incarico o la facoltà di porre determinati atti, ma per opera della Grazia del sacramento ci sarà nelle loro persone un cambiamento profondo: ricevendo il sacramento dell’Ordine saranno infatti configurati a Cristo Servo. D’ora in poi apparterranno al Signore ad un nuovo titolo.

In questa celebrazione pertanto il primato va all’iniziativa di Dio: Nicolò e Mattia sono qui perché sono stati chiamati. Sia la prima che la seconda lettura ci mostrano come è Dio a chiamare coloro a cui viene affidato il ministero sacro La prima lettura tratta dal libro dei Numeri si riferisce all’istituzione dei leviti, uomini consacrati al servizio del culto: in questo brano viene messo in evidenza che è Dio a chiamare e a scegliere. Così nel brano degli Atti degli Apostoli è la comunità, seguendo l’ispirazione dello Spirito, che sceglie e propone agli apostoli i primi sette diaconi. Così anche oggi nella Chiesa non ci si auto-candida al ministero, ma si risponde ad una chiamata.

Anche Nicolò e Mattia hanno avvertito nella loro vita la chiamata di Dio e si sono messi a disposizione della Chiesa, hanno accettato di compiere un lungo percorso di formazione e di discernimento. La Chiesa attraverso l’autorità del Vescovo ha riconosciuto l’autenticità della loro vocazione. La loro risposta sta nell’impegno libero e consapevole, che tra poco esprimeranno davanti a tutti noi rispondendo alle domande che rivolgerò loro.

Nicolò e Mattia riceveranno il dono di Dio, lo Spirito Santo, che verrà trasmesso attraverso il gesto sacramentale dell’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione: come ho già detto, non si tratta di un semplice incarico, ma di una vera e propria trasformazione della persona: questi due amici prenderanno la forma di Cristo Servo, una forma che è fondamentale anche in vista di ricevere un domani l’ordine del presbiterato e con esso la configurazione a Cristo sacerdote, capo e pastore.

Diacono significa servitore ed è importante mettere in evidenza come si entri nel ministero sacro proprio attraverso il diaconato: non si può essere presbiteri e vescovi senza essere diaconi, così come Gesù è sacerdote, capo e pastore nella modalità del servo. Come abbiamo sentito nel Vangelo proclamato poco fa: «Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”». Sta qui l’antidoto alla malattia più pericolosa che può colpire i ministri della Chiesa e di riflesso l’intera comunità ecclesiale: il clericalismo, che porta a mettersi al centro, ad essere padroni dei fratelli e a finire per contraddire il messaggio del Vangelo.

Se questo è il significato di quanto stiamo celebrando, è evidente che siamo in una dimensione che va radicalmente controcorrente rispetto al pensiero e alla cultura del mondo: Gesù lo esprime bene quando dice «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così». È proprio in questa logica alternativa che sta la bellezza di seguire Gesù e di testimoniare il suo Vangelo: Nicolò e Mattia ce la stanno dicendo con la scelta di vita che hanno compiuto. L’ordinazione diaconale li abiliterà a vivere il servizio in nome di Gesù, con lo stesso amore e la stessa dedizione incondizionata che Lui ha vissuto. L’impegno di vivere nel celibato è il segno di questo amore grande, lo stesso tipo di amore che ha caratterizzato la vita di Gesù sulla terra.

Dovremmo riflettere tutti sull’orientamento che stiamo dando alla nostra vita: Gesù ci dice che una vita riuscita è quella di chi si fa servo dei fratelli. È una riflessione che propongo in modo particolare ai ragazzi e ai giovani: attraverso Nicolò e Mattia il Signore invita anche voi a impostar e la vostra vita sul servizio: è così che potrete fare della vostra vita un capolavoro!

Carissimi Mattia e Nicolò, Vi auguro di sperimentare ogni giorno la bellezza di servire i fratelli attraverso i tanti piccoli gesti di amore che vi verranno chiesti negli ambienti in cui vi troverete a vivere e ad operare. Non misurate la vostra riuscita sul successo, sulla popolarità, nel numero di quanti vi seguono, ma cercate la gioia che nasce dallo stare con i piccoli, i poveri, i sofferenti, una gioia nascosta, ma proprio per questo capace di dare senso alle fatiche e ai sacrifici del ministero. Solo se saprete essere davvero servi potrete gustare la grandezza del Regno di Dio e diventarne testimoni e annunciatori.