La santità non è opera nostra, ma frutto dell’iniziativa di Dio. La nostra parte sta nel lasciare che l’opera di Dio si realizzi in noi in tutta la sua forza. Come dice la liturgia, nei santi «noi celebriamo o Padre l’iniziativa mirabile del tuo amore».
Il silenzio della solitudine dell’eremita si rifà ad un tratto della vita di Gesù: i Vangeli ci narrano come spesso Gesù si ritirava da solo sul monte a pregare: nella sua solitudine l’eremita fa suo questo aspetto della vita del Signore
Chiediamoci: il Vangelo è veramente la nostra regola di vita, la fonte da cui attingiamo i criteri delle nostre scelte nei vari ambiti della vita, sia privata che pubblica?
Tutta la vita di Maria è in funzione della venuta nel mondo del Figlio di Dio. Per questo la sua nascita segna un passaggio fondamentale nella storia della salvezza: segna infatti la fine del tempo delle promesse per entrare in quello del compimento.
Si diventa «uomini di Dio» non solo in forza di un sacramento ricevuto (l’Ordine sacro), ma perché la Grazia del Sacramento può trasformare la nostra umanità per la disponibilità a fare dono della propria vita, un dono che va rinnovato ogni giorno
Accogliamo il suo dono se crediamo nella sua incarnazione, in quella carne e in quel sangue. Entriamo in comunione con la sua Vita che non finisce se la forza di quel dono entra in noi, come il cibo che viene a fortificare il nostro corpo.
A Sant’Antonio chiediamo la grazia di poter sperimentare la gioia del Vangelo vissuto e testimoniato. Il Santo ottenga per noi e per la nostra Chiesa il dono di una nuova evangelizzazione